I cani hanno bisogni diversi dai nostri, questo è chiaro, ma siamo sicuri di conoscerli davvero? siamo certi che le nostre convinzioni su come “tenere un cane” siano le migliori per il suo benessere? talvolta ci sono delle “credenze popolari” che vengono dal passato e che sono così radicate che non chiediamo nemmeno se siano giuste o no. Come la questione, di cui abbiamo già parlato, del giardino. Molti sono convinti che il cane ami stare all’aria aperta, e che il massimo per lui è vivere in un giardino. Ma dove lo avete letto? chi ve lo ha detto? nessuno, semplicemente si è sempre pensato così. Invece il punto è che dobbiamo aprire le nostre menti e metterci in discussione! Dobbiamo essere in grado di cambiare idea, di metterci “nei peli” del cane e guardare il mondo dal suo punto di vista.
Capire il cane e conoscerlo davvero, dopo avere tolto le lenti fatte delle convinzioni che arrivano da chissà dove, è il primo passo per un rapporto sano ed equilibrato. Solo dopo avere capito il nostro cane possiamo dare delle spiegazioni ai suoi comportamenti, eventualmente andando a correggere alcuni aspetti, ma non “sopprimendo” l’espressione (ad esempio l’abbaio), ma modificando la causa scatenante.Altrimenti sarà un lavoro che porterà pochi risultati e solo a breve termine.
Per avere un cane equilibrato dobbiamo innanzitutto conoscerlo e capirlo, poi dobbiamo soddisfare i suoi bisogni (che non sono uguali per tutti i cani!); così facendo avremo già fatto buona parte del lavoro. Se un cane vive serenamente e avendo soddisfatto tutti i suoi bisogni, sarà un cane equilibrato. Se le sue peculiarità di razza e di individuo sono capite, probabilmente non saranno né diventeranno un “problema”.
Per risolvere i “problemi” dei cani che le persone generalmente lamentano, la maggior parte delle volte si agisce diversamente da come il proprietario si aspetta. Ad esempio, se un cane passa tutto il tempo ad abbaiare ai condomini che passano dalle scale, non insegneremo al cane a smettere di abbaiare tramite un segnale o gesto o minaccia che faccia sì che il cane abbia “paura” di abbaiare; questo nuocerebbe solo alla relazione tra cane e proprietario (che è la pietra miliare su cui si fonda la salute del cane e la sua educazione) e in ogni caso porterebbe risultati scarsi e non lungo termine (inoltre, se il proprietario non è lì a fissare il cane ogni volta, questo sistema non funzionerebbe). Quello che bisogna fare è innanzitutto capire perché il cane adotta questo comportamento, poi dobbiamo cambiare le convinzioni del cane e agire su tanti elementi apparentemente scollegati, che diano al cane la capacità di comportarsi in un altro modo e la volontà di farlo.
Per tornare al tema principale, cioè i bisogni del cane, dobbiamo essere consapevoli che al cane non basta uscire per sporcare, fare moto, e avere tante coccole. Il cane è un essere complesso, con una mente fatta di convinzioni, emozioni, sensazioni. Egli dipende in gran parte da chi se ne prende cura, quindi è assolutamente fondamentale che questa persona (che decide tutto per lui, da quanto esce a cosa mangia a quanto mangia a quando gioca a se frequenta altri cani o persone,…) sia consapevole dei reali bisogni di un cane. Se i bisogni non sono soddisfatti il cane non potrà avere quella stabilità caratteriale, quella serenità e appagamento che possono fare in modo di comportarsi proprio come un essere equilibrato può fare. I bisogni spesso trascurati sono quelli legati alla sfera sociale, come il senso di appartenenza ad un gruppo familiare o la socializzazione con altri cani e persone. Stare tutto il giorno a casa da solo o in giardino, senza contatto con le persone (che sarebbero poi quelle che da lui si aspettano comportamenti “giusti” dal loro punto di vista) non può fare di un cane un cane felice.
I cani hanno molti modi diversi di “sfogare” le loro frustrazioni, è il loro modo di farci capire che qualcosa non va. se però noi non facciamo altro che sgridarlo, togliere di mezzo le cose che rosicchia per evitare che faccia danni, chiuderlo in un recinto non risolviamo il problema (che è un bisogno insoddisfatto), tamponiamo solo la situazione. Se impediamo del tutto al cane di esprimere il disagio invece, il cane sfogherà in altro modo. Per questo ci sono cani che, iperstressati, si mordono la coda o leccano parti del corpo fino a ulcerarsi. E’ come se a noi facesse male da morire un piede e continuiamo a prendere antidolorifici. Togliamo il dolore ma non risolviamo il problema; se è un’infezione, non guarirà mai solo perché abbiamo smesso di sentire dolore, anzi, rischiamo che questa infezione si propaghi facendo ancora più danni!!!